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Feedback gevenEremo magico, silenzioso, di una semplicità quasi disarmante... Ma un luogo da un'atmosfera ricca di spiritualità, quella tipica che di solito si sente nelle cattedrali imponenti ... Splendido pomeriggio...
Ottima esperienza di silenzio. Il punto vendita ok. Grazie per i consigli sulle erbe.
Luogo meraviglioso per il senso di immersione e comunione con la Natura, insolitamente, essa, più accogliente che altrove. Probabilmente centra il fatto che effettivamente, in quel luogo, vi è tutt'ora presente la Santità cristiana di chi vi ha dimorato ed edificato.. Consiglio a chi ricerca la pace dello spirito ma non solo.. Accogliente seppur con discrezione
L’eremo di Sant’Alberto di Butrio si trova in valle Staffora nel comune di Ponte Nizza e sorge su un rilievo roccioso a quasi 700 metri di altezza immerso nell’incanto e nel silenzio dell’Oltrepò Pavese. Nelle belle giornate si gode una vista splendida su tutta la Pianura Padana. La costruzione dell’eremo venne iniziata dallo stesso sant’Alberto, forse del casato dei Malaspina, che nel 1030 andò ad abitare in solitudine nella vicina valletta del Borrione, ove tuttora vi è una piccola Cappelletta a lui dedicata. Avendo guarito miracolosamente un figlioletto muto del marchese di Casasco (Malaspina), questi in segno di riconoscenza gli edificò una chiesa romanica dedicata alla Madonna in cui sant’Alberto ed i suoi seguaci eremiti potessero celebrare l’Ufficio divino. Dopo la morte di sant’Alberto, l’eremo crebbe ancora in potenza e numero di monaci tanto da divenire un centro spirituale di una vastissima zona. Ospitò illustri personaggi ecclesiastici e laici tra cui il fuggiasco re d’Inghilterra Edoardo II Plantageneto che ancor prima si era nascosto nel Castello di Melazzo vicino ad Acqui Terme: un documento del 1877 attesta, senza ombra di dubbio, che il re morì e fu sepolto inizialmente in questo Eremo. Si ritiene inoltre che vi abbiano soggiornato anche Federico Barbarossa e Dante Alighieri. Dopo tre secoli, nel 1900 la cura dell’Eremo fu affidata a Don Orione e avvenne la riesumazione dei resti mortali di Sant’Alberto. Attualmente raccolti in statua di cera nella chiesa. Don Orione ripopolò l’Eremo collocandovi gli eremiti da lui stesso fondati nel 1899. Questi sono ancora presenti in questo Eremo e conducono una vita di francescana semplicità e preghiera. Il più conosciuto è frate Ave Maria, che visse nell’eremo dal 1923 al 1964 conducendo una vita riconosciuta straordinaria per santità, preghiera e penitenza. Per gli amanti del trekking, diversi i sentieri partono dal piazzale antistante all’Eremo. Attraverso boschi di Castagni, si raggiunge facilmente una grotta dove ai tempi viveva Alberto.Bellissimo...Grazie a Dio
Bellissimo. Si respirano tranquillità e pace. Da vedere anche la grotta a due passi dal monastero anche se è una ricostruzione in luogo originale in quanto caduta causa frana.
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