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Feedback gevenE' vero che il locale non è niente di che, ma le pietanze e il modo di fare della signora Lina sono eccezionali. Cibo della tradizione, cucinato come un tempo. Sapori genuini per una tipicità che non è più facile trovare nei vari ristoranti o trattorie. E poi il conto è stato davvero onesto. Rapporto qualità/prezzo molto alto. La signora Lina bisogna saperla capire e per chi ci riesce è davvero uno spasso! Consigliato a chi non guarda alla forma ma alla sostanza.
Siamo stati in questo locale un sabato a pranzo. Locale molto spartano. La signora Lina, tutto fare, ci ha consigliato cosa mangiare, poca roba per la verità. Il cibo buono ma una trattoria che non ha dolci, caffè e scelta molto limitata delle pietanze non può essere competitiva.
Ambiente semplice, pulito e casalingo. Porzioni super per pietanze eccellentemente preparate con cura e dai sapori unici, belli da vedere anche i piatti. Graditissimo lo sconticino finale, che non tutti fanno... Come ho detto alla signora: non vi libererete facilmente di noi!!!
Ambiente familiare , zia lina fantastica padrona di casa , pappardelle al sugo di maiale con ricotta fresca , da favola !! 10 e lode
C'era una volta e per fortuna c'è ancora! Dimenticate l'hipsterismo isterico dei ristoranti contemporanei, caratterizzati da guanti neri in nitrile, accento iberico e portate chic servite fingendosi contadini. Niente design, niente QR code, nessuna barba curata. Una timida insegna, cinque tavoli, un uomo e una donna che hanno visto molte primavere, e una stanza spoglia con cucina a vista. Si entra a qualunque ora e si viene giustamente asfaltati dal proprietario se si chiede: "Siete aperti?". Se siete entrati è perché è aperto, no? La signora indica un tavolo spartano, ci si siede e si trova un menù semplice che sfida tuttavia le menti più acute con problemi di ottimizzazione nascosti. Ceci, lenticchie e lingua, tre piatti che non avresti immaginato di ordinare, non a dicembre e non a Sortino. Porzioni dignitosissime e qualità impeccabile, sicuramente grazie a degli ingredienti segreti di produzione della signora. "Uno lo dico, amore", appellativo con cui spesso si rivolgerà ai commensali. Tra una cucchiaiata e un viaggio nei campi siciliani degli anni '30, ci si ritrova con delle arance sulla tavola e un invito subliminale a mangiare più frutta secca, noci nello specifico. Il vino rosso della casa frantuma ogni barriera e alla richiesta di dolci si viene presi in giro per poi essere omaggiati con paste e cioccolatini. Ma non dopo una lezione di vita sulla ormai rara capacità di accontentarsi. Salato, amaro, dolce: non si può avere tutto. O forse sì, ma a che prezzo? Sicuramente un prezzo molto superiore a quello di questa esperienza, quasi onirica, che è accessibile a tutte le tasche, anche (e soprattutto) quelle che non contengono un 'Amex. Promosso.
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