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Feedback gevenUn Ristorante bello e spazioso a Villa Bartolomea, della quale porta il nome. Eravamo con amici, abbiamo pranzato molto bene, tutto a base di buon pesce, buono il dessert e buoni i vini. Personale gentile, veloce e attento a tutto. Da fuori la struttura dà un senso di pace, sembra di essere in un paese arabo. Da ritornare!
Ristorante superlativo, piatti di ottima qualità, porzioni più che generose, cortesia del personale unica.
Ottimo. Non so se mi ha soddisfatto di più il primo piatto o il dolce che ho mangiato. Eccezionali.
Ambiente molto elegante, cibo superlativo... esperienza da provare e ripetere
Invitato da amici che avevano pranzato piu’ volte in questo storico ristorante, durante il viaggio di ritorno abbiamo condiviso alcune considerazioni, tutte all’insegna di una profonda soddisfazione se non addirittura divertimento. I piatti proposti sono tutti della tradizione e poco spazio viene concesso alla sperimentazione. De gustibus, ma quello che e’ incontestabile nella cucina di Romano Tamani è la maestria nel bilanciare gli ingredienti di un piatto, resi tutti percepibili senza che un sapore prevalga sull’altro. In tal modo tutto quanto da noi ordinato (ragù di coniglio con farfalle verdi, tagliatelle al germano reale, tortelli di zucca, l’iconica faraona del Vicariato con melograno arancia ed uva, una morbidissima charlotte all’albicocca) e' risultato estremamente godibile dall'inizio al gran finale: un voluttuoso zabaione caldo al moscato e marsala dove annegare trionfalmente tranci di sbrisolona, crostata e torta torronata. Il fratello Carlo, la cui empatia col cliente non ha pari, gestisce l’elegante sala (tappeti, specchi, ceramiche, posate e tovagliato di gran pregio) all’insegna di un pari equilibrio, coadiuvato dai simpatici ed efficienti Gioia e Stefano. Che si tratti di una compagnia di vecchi amici pronti a dar briglia sciolta al buon umore, dove l’estro di Carlo si fa persino goliardico nell’improvvisare una esilarante esibizione bandistica con le cloche, oppure che si desideri un’atmosfera riservata e rilassata (e qui il servizio si fa composto e cordiale ma mai affettato), vige sempre la massima attenzione per il cliente che risulta il vero sovrano di questo ristorante straordinario. La complicità mai si fa invadente, la professionalità sempre si associa ad una intelligente autoironia di fondo, quasi a prender scientemente le distanze dagli intenti autocelebrativi che oggi contraddistinguono gli emergenti della ristorazione di alta fascia. Ne sia su tutto testimone il rito dell’aspersione dei pregiati tappeti con i residui del vino (rigorosamente bianco, ma Gioia non esclude che anche il rosso potrebbe prestarsi alla bisogna in condizioni di particolare esuberanza), unico elemento trasversale e refrattario ad ogni differenza di eta’, sesso, ceto e gusti personali dei clienti. Dopo un ottimo sorbetto al Lambrusco, a fine pranzo è stato possibile, perché all’Ambasciata non si sa cosa sia la fretta, intrattenersi coi due titolari per una lunga quanto piacevole chiacchierata fatta soprattutto di ricordi e di aneddoti di una carriera più che quarantennale e che è ancor lungi dal chiudersi. Con il desiderio di tornarci ancora, auguriamo ai fratelli Tamani ed al loro progetto a Villa Bartolomea ogni successo.